Festa di fine corso

Anche il secondo anno di attività si è concluso in bellezza con una bella tavola imbandita! Questa è ormai la conclusione preferita di un percorso che vuole mettere al centro lo scambio di conoscenze e creare un’ambiente paritario in cui ognuna offre all’altra quello che può e vuole condividere.

Il corso di italiano non è mai un percorso lineare e senza intoppi: è tipico in queste attività che lasciano libertà alle donne nella partecipazione, che il gruppo si modifichi nel tempo, con picchi di affluenza improvvisi e imprevedibili e altrettanti cali di tensione. Le ragioni sono svariate e non si possono prevedere tutte, essendo per lo più legate al ruolo centrale delle utenti, che è quello di madri di famiglia, né si può pretendere che la partecipazione sia costante. Allo Zonarelli quest’anno, grazie soprattutto al lavoro di sensibilizzazione della nostra Komal, siamo riuscite a formare un bel gruppetto di donne di origine pakistana, con i loro figli ad animare gli spazi, e la partecipazione meno assidua di altre donne di origine marocchina. Il percorso che è stato fatto si è adeguato al loro livello di conoscenza dell’italiano e alle loro esigenze. Non sono mancate lezioni sulla sfera culinaria, una dimensione con cui molte donne pakistane e marocchine hanno molta familiarità e esibiscono con orgoglio ottime competenze e conoscenze da condividere. Ma si è parlato anche di festività, paragonando quelle italiane con quelle delle partecipanti, e si sono affrontate anche tematiche più burocratiche, come la compilazione di una scheda anagrafica.
Il tentativo è di adeguarci ai bisogni delle nostre partecipanti, lasciando loro spazio per illustrarci la loro personale esperienza di migranti e la loro soggettiva percezione e relazione con la città, senza imporre un percorso che a volte rischia di essere alienante e demotivante per donne che spesso non hanno un alto livello di scolarizzazione e a volte sono capitate quasi per caso a Bologna, e ripongono la maggior parte delle loro speranze di felicità nei figli più che in sé stesse.

 

Al prossimo anno per un nuovo ciclo di attività!

 

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